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Urania: passo indietro sulla fantascienza italiana

È stato un Franco Forte amareggiato,  a tratti sarcastico, a fare l’annuncio dal palco di Stranimondi: al di fuori dell’annuale pubblicazione del romanzo vincitore del premio Urania, la principale è più antica testata di fantascienza italiana cesserà di ospitare romanzi di autori italiani.

Anche se preannunciato da varie esternazioni su YouTube e Facebook, l’annuncio ha gelato i presenti, arrivati in teoria per un’occasione festosa: la consegna del Premio Urania (ad Antonio Benvenuti, autore di Quando lottano gli dei, appena uscito in edicola) e l’annuncio dei tre finalisti del Premio Urania Short (Luca Fagiolo, Matteo Maponi e Martina Scalzerle). Sul palco anche alcuni degli autori presenti nell’antologia Macchine, IA e robot, in edicola quest’estate e parecchio venduta. Ma date le parole di Forte, la voglia di festeggiare era poca.

Il direttore delle collane da edicola Mondadori non ha risparmiato critiche a nessuno. Non al pubblico di Urania, colpevole di aver snobbato tutti i romanzi italiani pubblicati fatta eccezione per i vincitori del premio; di non votare per il premio Urania Short; di lasciare recensioni negative senza avere neppure letto i libri; e di evitare persino gli autori americani con un cognome italiano “succedeva anche nel giallo”, ha detto Forte, “però 30 anni fa”. Ma nemmeno agli autori, che secondo lui non fanno gruppo e non si sostengono a vicenda. E a chi critica Urania dandole la colpa della situazione, nonostante venda più di tutte le piccole case editrici messe insieme.

“Se dite che la colpa è mia, fate pure da soli”, ha detto Forte, che, oltre a rinunciare a pubblicare romanzi italiani oltre al premio Urania, non organizzerà più le votazioni del Premio Urania Short (il vincitore sarà unico e scelto dalla redazione). E non curerà più antologie di autori italiani. Qui però ha lasciato uno spiraglio: l’anno prossimo ci sarà ancora un’antologia di autori italiani, curata però da un’altra persona.