Si è concluso da pochi minuti il quarto test di volo del vettore Spaceship di SpaceX e sembra che il futuro raccontato in tante space opera sia, se non arrivato, molto, molto vicino. Ricordiamo che si tratta di un veicolo, totalmente riutilizzabile, di oltre 120 metri di lunghezza e 9 di diametro per una massa complessiva di circa 5000 tonnellate in grado di portare in orbita un carico di 150 tonnellate che, con un profilo di volo “usa e getta” può arrivare a 250 tonnellate. Per chiarire cosa queste cifre significhino si può compararle con la massa della stazione spaziale internazionale che ha richiesto oltre dieci anni per essere completata ed innumerevoli lanci, Starship potrebbe portare in orbitata le circa 430 tonnellate della ISS in soli tre lanci con il completo recupero del vettore. Venendo al lancio di oggi sicuramente è da annoverare come un successo considerando che sia il booster che la Starship sono rientrati con degli ammaraggi morbidi come previsto. Il booster ha anche dimostrato di potersi mantenere in hovering per qualche secondo rendendo credibile la sequenza prevista per il rientro alla torre di lancio con la “cattura” del booster da parte dei due bracci utilizzati per l’assemblaggio sul piatto di lancio del veicolo. Malgrado il complessivo successo si sono succeduti alcuni inconvenienti che indicano che saranno necessari ulteriori lanci sperimentali prima di poter considerare affidabile il sistema, elenchiamoli: pochi secondi dopo il lancio uno dei trentatré motori del booster si è spento non inficiando in alcun modo la missione stante la ridondanza degli stessi; anche al momento dell’ammaraggio uno dei motori è “mancato”, anche in questo caso senza conseguenze; infine lo scudo termico della Spaceship non ha retto il calore nella zona del bordo d’attacco degli elevoni che hanno subito un chiaro danno strutturale mantenendo però la funzionalità e permettendo la manovra di rientro controllato. Le spettacolari immagini del rientro della Starship sono state rese possibili da una telecamera che ha mantenuto costantemente il segnale tramite un collegamento con la costellazione Starlink di SpaceX grazie al suo posizionamento sul dorso del veicolo in una zona esente dalla ionizzazione che si verifica durante la fase di rientro . Mentre il booster ha dimostrato una sostanziale maturità del progetto le drammatiche immagini delle alette divorate dal calore dimostrano che sul fronte dello scudo termico SpaceX ha ancora molto da perfezionare, probabilmente solo l’estrema robustezza dei materiali utilizzati per la costruzione della Starship (il rivestimento esterno è di 3,97 mm di acciaio 310s, quasi una corazza!) ha impedito quello che nel gergo di SpaceX viene chiamato un “rapid unscheduled disassembly” Al di là dei problemi manifestatisi per i quali sono stati sicuramente raccolti dati per gli sviluppi futuri (a questo servono i voli di test) il progetto Starship sta dimostrando ad ogni lancio dei progressi che fanno ben sperare per il futuro dell’esplorazione spaziale.
Qui potete trovare una infografica molto chiara e dettagliata del profilo di questo volo