Spazio

Italia nello spazio

Il 23 ottobre del 2007, alle 17:38 ora italiana, lo Space Shuttle Discovery ha lasciato la rampa di lancio del Kennedy Space Center a Cape Canaveral in Florida. A bordo della navetta sette astronauti, tra cui l’italiano Paolo Nespoli.

L’obiettivo principale della missione è il trasporto sulla ISS del modulo abitativo pressurizzato Harmony, costruito in Italia per conto della NASA. Questo modulo svolgerà una funzione di fondamentale importanza per la Stazione, in quanto permetterà il collegamento di altri due laboratori scientifici: l’europeo Columbus (costruito principalmente in Italia) e il giapponese Kibo.

Paolo Nespoli, 50 anni alla sua prima missione nello spazio, è il quinto astronauta italiano della storia, dopo Malerba, Cheli, Guidoni e Vittori. Il terzo ad entrare nella base orbitale dopo Guidoni e Vittori. Nato a Milano pochi mesi prima del lancio dello Sputnik, è un ingegnere meccanico. Dopo aver militato nell’Esercito Italiano per 13 anni, partecipando fra l’altro alla forza multinazionale di intervento in Libano, è stato assunto dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel 1991 e dopo quasi 15 anni è stato finalmente assegnato ad una missione operativa dello Space Shuttle.

La missione STS-120 (denominata “Esperia” dal nome che gli antichi greci usavano per riferirsi alla penisola italiana) è la ventitreesima missione diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) ed è affidata al comando di Pam Melroy, la seconda donna nella storia del programma Space Shuttle ad assumere il comando di una navetta (dopo Eileen Collins). La Melroy raggiungerà sulla ISS la sua collega Peggy Whitson, al comando dell’avamposto spaziale: sarà la prima volta in cui due donne comandanti di missione si incontreranno nello spazio.

La collocazione del modulo Harmony sarà piuttosto complessa in quanto il punto di aggancio definitivo coincide con il punto d attracco dello Shuttle. Pertanto il modulo verrà estratto dalla stiva della navetta e, temporaneamente, collegato al nodo 1 (Unity), solo dopo la partenza dello Shuttle dalla stazione, l’equipaggio della stessa, grazie al braccio robotizzato che attrezza la struttura principale della stazione (Truss) lo posizionerà nella collocazione definitiva.

La durata prevista della missione è di 14 giorni: il rientro del Discovery è previsto per le 10:47 ora italiana di martedì 6 novembre. Sono previste cinque passeggiate extraveicolari, una delle quali condotta dall’equipaggio della ISS e le altre dagli astronauti del Discovery. È anche previsto un avvicendamento tra i membri dell’equipaggio della ISS, l’astronauta americano Clayton Anderson rientrerà sulla Terra dopo quattro mesi trascorsi in orbita, sostituito da Daniel Tani, la cui permanenza in orbita dovrebbe essere di sei mesi. Completano l’equipaggio il responsabile delle passeggiate spaziali Scott Parazynski, il pilota George Zamka e gli specialisti di missione Stephanie Wilson e Douglas Wheelock.

A bordo del Discovery è decollata anche la spada laser utilizzata dall’attore Mark Hamill nel film “Guerre Stellari: il ritorno dello Jedi”, in onore dei trent’anni della saga cinematografica.

Prima della missione c’è stata un po’ di preoccupazione per l’inatteso deterioramento riscontrato su tre dei quarantaquattro pannelli che compongono i bordi di attacco alare del traghetto spaziale. Umberto Guidoni ha dichiarato a Dedalonews: «Secondo le informazioni che ho, anche direttamente da Nespoli, il deterioramento riscontrato non riguarda la “tenuta” dei pannelli, ma uno scolorimento precoce della superficie esterna dei bordi di attacco alare. Questo ha dato il via ad una serie di verifiche e nulla fa pensare che la NASA abbia preso una decisione non sicura, anche perché l’Agenzia spaziale statunitense mette sempre al primo posto la sicurezza degli astronauti. È anche vero che la NASA è sotto pressione perché il nodo 2 è essenziale per proseguire con l’assemblaggio della stazione spaziale e l’aggancio dei due moduli scientifici europeo e giapponese. Se la missione fosse stata rinviata ci sarebbe stato un effetto domino negativo sul calendario dei voli. Ma sono sicuro che la decisione di procedere con il lancio non sarebbe stata presa se ci fossero stati dubbi sulla sicurezza.»

Sempre Dedalonews ha chiesto a Guidoni cosa pensa delle dichiarazioni del Presidente dell’ASI, Bignami, che ha fatto capire di ritenere improbabili altri voli di astronauti italiani, per via del convulso calendario di lanci shuttle prima della messa a terra del traghetto spaziale.

Guidoni ha dichiarato che Bignami è sempre stato più orientato alle missioni scientifiche e automatiche che a quelle umane. Ma, al di là dello shuttle, che ha problemi di calendario vista la fine prossima della sua vita operativa, bisogna guardare la cosa in un orizzonte più ampio. Il volo umano non finisce con lo shuttle: dopo ci saranno Orione, la Soyuz a Kourou e, forse, un veicolo europeo per il trasporto di astronauti. Sono tutte attività che dovrebbero vedere l’Italia in prima linea tra i paesi partecipanti.

Inoltre, a breve, ci sarà un nuovo concorso per astronauti dell’Agenzia spaziale europea al quale gli italiani hanno tutte le carte in regola per partecipare. Insomma, occorre mantenere alta la visibilità del nostro Paese anche in questo settore delle attività spaziali, dove peraltro abbiamo operato bene, abbiamo ottenuto riconoscimenti importanti e grande visibilità presso la NASA.