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I premi Hugo 2024

Il colossale auditorium del SEC di Glasgow (ribattezzato Armadillo per la sua struttura a gusci concentrici che ricorda vagamente il teatro dell’opera di Sydney) straripava di gente per la cerimonia di consegna dei premi Hugo 2024. Ci piacerebbe poter dire che si è trattato di un bagno di folla liberatorio rispetto ai tempi della pandemia, ma purtroppo il covid era invece ben presente: alla fine della convention si sono contati oltre 200 contagiati, inclusa buona parte della delegazione di DS1. Pazienza, è andata così.

La cerimonia, fatta eccezione per un buffo incidente tecnico che ha bloccato la riproduzione delle clip video durante l’annuncio del premio per il miglior artista professionale (impedendo così anche la proiezione del video di accettazione della premiata Rovina Cai, che ha così dovuto essere raccontato… a voce), la cerimonia si è svolta in modo regolare, senza contestazioni e con pochi accenni alla politica (eccezione, due appelli a favore della Palestina da parte di alcuni dei fan premiati).

Pochi e velati anche gli accenni alle situazioni più imbarazzanti per il premio: il tentativo di frode scoperto quest’anno e le censure sulle candidature nell’edizione cinese dell’anno precedente. Queste ultime però sono tornate prepotentemente alla ribalta attraverso l’Astounding Award attribuito al miglior autore emergente, assegnato quest’anno alla canadese di origine cinese Xiran Jay Zhao, la cui candidabilità era stata prolungata proprio per risarcirla della censura subita nell’edizione cinese dell’anno scorso.

Veniamo ora alle categorie più attese, quelle letterarie, anche quest’anno monopolizzate dalle donne. Il pressoché completo predominio femminile si protrae ormai da qualche anno e, senza nulla voler togliere alla qualità delle ottime vincitrici, è difficile non cominciare a considerarlo frutto di una distorsione. In ogni caso il premio per il miglior romanzo è andato a Emily Tesh per Some Desperate Glory. A T. Kingfisher, vincitrice l’anno scorso del premio per il miglior romanzo, quest’anno è andato quello per il miglior romanzo breve con Thornhedge. Doppio Hugo per Naomi Kritzer, che si aggiudica sia il premio per il racconto lungo con The Year without Sunshine (di prossima pubblicazione in Italia su Robot), sia quello per il racconto breve con Better Living through Algorhythms. Infine il premio per la miglior serie è andato ad Ann Leckie per la serie Imperial Radch, pubblicata in Italia da Fanucci.

Nella categoria che riguarda più da vicino il mondo Star Trek, cioè il premio per la miglior presentazione drammatica breve, la serie Strange New Worlds era candidata con ben due episodi, Tutti onorati scienziati e Rapsodia subspaziale, ma alla fine la vittoria è andata a un episodio della serie tratta dal videogioco The Last of Us.

I fan del gioco di ruolo saranno felici dei successi di Dungeons & Dragons, gioco oggetto di un grande rilancio (anche in Italia). Se era forse scontato il premio Hugo per il miglior gioco al riuscitissimo Baldur’s Gate 3, sorprende il premio per la miglior presentazione drammatica lunga attribuito al film Dungeons &  Dragons: L’onore dei ladri, che ha battuto candidati di ben più grande successo al botteghino come Barbie o Povere creature!

Il premio per il miglior fumetto è andato al popolarissimo Saga di Brian K. Vaughan e Fiona Staples, edito in Italia da Bao. Quello per il miglior saggio ad A City on Mars, scritto da Zach Weinersmith (autore del webcomic Saturday Morning Breakfast Cereal) insieme alla moglie Kelly. Premio Lodestar per il miglior romanzo per ragazzi a To Shape a Dragon’s Breath di Moniquill Blackgoose.

Infine i migliori editor sono stati Neil Clarke e Ruoxi Chen; miglior rivista semiprofessionale: Strange Horizons; miglior fanzine: Nerds of a Feather, Flock Together; miglior autore fan, Paul Weimer; migliore artista fan, Laya Rose. È tutto. Prossima edizione nel 2025 a Seattle.