A partire dal 5 giugno, in Italia, sulla piattaforma Disney+ saranno disponibili i primi due episodi della nuova serie TV ambientata nell’universo di Star Wars e intitolata The Acolyte: La seguace. Negli Stati Uniti si potranno vedere il giorno precedente. Gli episodi successivi saranno resi fruibili con cadenza settimanale.
Le anticipazioni sulla nuova serie, ambientata nell’era dell’Alta Repubblica, quindi almeno un secolo prima degli eventi della Minaccia Fantasma, prefigurano una sorta di noir con gli Jedi in veste di detective. Ecco la sinossi ufficiale:
“Un’indagine su una scioccante ondata di crimini contrappone un rispettato Maestro Jedi (interpretato da Lee Jung-jae, noto protagonista di Squid Game), a una pericolosa guerriera provebniente dal suo passato (interpretata da Amandla Stenberg). Man mano che emergeranno nuovi indizi, i due viaggeranno per un sentiero oscuro, dove forze sinistre sveleranno che nulla è come sembra”.
Insomma, aspettiamoci che l’ex padawan passata al lato oscuro (di nuovo?!?) non sia poi da annoverare in toto tra i cattivi. Sviluppo quasi completamente rivelato nell’ultimo trailer, che mostra più del dovuto un colpo di scena basato su un abusato espediente narrativo.
Mentre il fandom di Star Wars si accapiglia sulla canonicità della frusta laser apparsa nei trailer, citando romanzi e fumetti appartenenti alla sterminata produzione letteraria e grafica che accompagna la saga lucasiana, trapelano le prime recensioni dei critici che hanno assistito ad alcuni episodi in anteprima. La grande maggioranza plaude alla coerenza della serie con il classico Star Wars dal punto di vista dell’ambientazione, pur risultando nuova e fresca, e si dice affascinata dalle interpretazioni e dagli spettacolari combattimenti. Altri critici, forse non casualmente noti per la loro indipendenza di giudizio, come Anthony Gagliardi di The Movie Podcast (podcast canadese di cinema e TV), appaiono molto meno entusiasti:
“I quattro episodi di ‘Star Wars: The Acolyte’ sono un’esperienza mista. La storia lascia intendere il potenziale di ‘KOTOR’*, ma il ritmo a volte è lento. Le scene di combattimento sono coinvolgenti ma spesso sembrano fuori luogo. Speriamo di vedere presto interpretazioni più incisive e una direzione narrativa più chiara”.
Augurandoci che la sceneggiatura di questa nuova serie sia efficace quanto quella di The Mandalorian e non debole quanto quella di Obi-Wan Kenobi, non ci resta che attendere una decina di giorni per farci trasportare ancora una volta in una galassia lontana lontana…
* Il critico fa riferimento a Knight of the Old Republic, una serie di 56 fumetti pubblicati tra il 2006 ed il 2012 che costituiscono il prequel di due videogiochi omonimi pubblicati nel 2003 e 2004.