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L’anfiosso, chi era costui? Una scoperta che riscrive la genealogia della specie umana

Branchiostoma LanceolatumMercoledì 9 Dicembre, nell’ambito degli incontri Scienza & Fantascienza organizzati dall’Università degli studi dell’Insubria, patrocinati quest’anno anche da Deep Space One e la Deepcon, si terrà la conferenza “L’anfiosso, chi era costui? Una scoperta che riscrive la genealogia della specie umana” a cura di Margherita Raineri (Università di Genova, ricercatrice di biologia).

Ore 18,00, Aula Magna, Via Ravasi 2, Varese

Concludiamo con un incontro davvero speciale. Margherita Raineri è infatti una semplice ricercatrice di biologia dell’Università di Genova, che non ha mai fatto parte di nessun grande progetto di ricerca ed è praticamente sconosciuta, eppure da anni afferma, con buone ragioni, di aver fatto una scoperta rivoluzionaria: l’anfiosso, da sempre ritenuto il capostipite dei cordati, da cui discendono i vertebrati e quindi anche l’uomo, non sarebbe affatto un cordato, per cui tutta la nostra genealogia sarebbe da riscrivere. L’equivoco sarebbe nato da un banale vetrino di microscopio rovesciato per errore, che avrebbe indotto a scambiare per dorsale quella che in realtà è una struttura ventrale: e, per quanto incredibile possa sembrare, da allora la cosa è stata data per scontata sicché più nessuno è andato a controllare, nonostante l’anfiosso sia presente in quasi tutti i laboratori di biologia. La dottoressa Raineri ha presentato i suoi argomenti in molti articoli e congressi internazionali senza che nessuno sia stato finora in grado di contestarli e ricevendo anzi molti consensi in privato (perfino da parte del mitico Stephen Jay Gould), ma a livello pubblico nessuno si è ancora voluto pronunciare in suo favore, neanche dopo che il recente sequenziamento del DNA dell’anfiosso, che ha dato ulteriore supporto alla sua tesi. Oltre a ciò, la dottoressa Raineri, partendo dalla sua esperienza e da come è giunta alla sua scoperta, aggiungerà inoltre diverse considerazioni di grande interesse circa l’importanza della storia della scienza per la ricerca scientifica (un aspetto che oggi si tende sempre più a trascurare e che invece è della massima importanza, anche per l’insegnamento), nonché alcune critiche a certi aspetti del darwinismo, che all’interno della comunità scientifica non è più da tempo un tabù inviolabile, come invece si tende a credere vedendo le cose attraverso i dibattiti televisivi, dove spesso sembra che l’unica alternativa sia tra due opposti integralismi, quello del darwinismo ortodosso e quello del creazionismo: come vedremo, invece non è così.